Imprese sociali, imprese del futuro
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Imprese sociali, imprese del futuro

Imprese sociali, imprese del futuro

di Eleonora Lamio.

Lo sviluppo dell’impresa sociale tramite gli strumenti dell’Unione Europea. Un’analisi del programma COSME (Competitiveness of Enterprises and Small and Medium-sized Enterprises).

Problematica: quali sono gli strumenti che l’UE utilizza per promuovere le imprese sociali e quali sono i risultati della loro attuazione? In che misura il programma COSME favorisce la crescita delle imprese sociali in Italia?

Le imprese sociali sono un modello imprenditoriale che va promosso in Europa per i numerosi benefici che presenta sia da un punto di vista economico che sociale. La loro attività economica per definizione ha uno scopo sociale e non solo quello di massimizzare il profitto. In un momento storico in cui gli indicatori ed i classici criteri di valutazione economica vengono messi in discussione, l’impresa sociale garantisce un modello di sviluppo che risponde alla crescente esigenza di solidarietà economica richiesta a gran voce dalla società civile. Infatti, l’impresa sociale presenta diversi vantaggi come una gestione più democratica, una maggiore versatilità, un’inclusione professionale maggiore delle donne e delle fasce svantaggiate, e un contributo importante all’occupazione e alla fornitura di beni e servizi, soprattutto in tempi di crisi. Per questo motivo l’impresa sociale è l’impresa del futuro.

L’Unione Europea è interessata a promuovere questo fenomeno perché contribuisce a rendere la società più inclusiva e a rendere lo sviluppo e la crescita economica e sociale più sostenibile. L’UE punta a promuovere modelli economici che tendono a ridistribuire la ricchezza diminuendo così le disparità fra i cittadini, accrescendone il benessere in maniera diffusa. Questo approccio è inoltre perfettamente coerente non solo con gli interessi valoriali ma anche politici dell’UE. Infatti la crescente crisi di legittimità delle istituzioni europee spinge verso soluzioni economiche e di sviluppo più vicine alle istanze della collettività. Per questo motivo, l’impresa sociale sostenuta dalla UE, non soltanto rappresenta una garanzia di sviluppo sostenibile, ma anche uno strumento politico di riavvicinamento fra i cittadini e le istituzioni.

I progressi compiuti fino ad ora dall’Unione Europea in questo senso sono soddisfacenti, seppure migliorabili. Infatti si è assistito ad un crescente interesse politico per questa forma di impresa.

I problemi legati all’azione dell’UE sono molteplici, e li abbiamo visti tramite lo studio di COSME, il programma europea per la competitività della PMI. Prima di tutto la realtà delle imprese sociali e degli Stati Membri è così variegata che è difficile che tutti gli strumenti siano applicabili a tutti i casi. Infatti si dovrebbero predisporre degli strumenti adattabili ad ogni paese o regione dell’UE per aumentarne l’efficacia, e questo è difficilmente realizzabile. Inoltre ci sono sicuramente dei problemi legati alla visibilità e all’accessibilità degli strumenti europei, e qui, come spesso succede, ci si imbatte in una crescente percezione di lontananza dell’UE da parte degli attori economici.

Per di più, nonostante l’espansione del settore, le imprese sociali sono una realtà non ancora abbastanza conosciuta e diffusa. Le politiche dell’UE per aumentarne la visibilità e la diffusione dovrebbero essere maggiormente incisive.

Inoltre altre difficoltà legate all’efficacia degli strumenti europei non dipendono solo da questi ultimi ma bensì dalle stesse imprese sociali. Queste infatti sono spesso realtà piccole legate alla dimensione locale e possono incontrare difficoltà con l’utilizzo di strumenti sovranazionali come questi data la loro complessità.

Ulteriori problemi sono legati alla situazione interna di ogni Stato Membro che può influenzare l’utilizzo da parte delle IS degli strumenti europei. Questo sicuramente non ha la stessa incidenza in tutti i paesi dell’UE, ma in alcuni, come in Italia, rischia di essere un fattore importante. Infatti l’Italia si pone all’avanguardia da un punto di vista normativo, ma le sue caratteristiche interne possono frenare lo sfruttamento di questi strumenti da parte delle IS.

Nonostante le conclusioni riguardo a COSME ed al suo utilizzo non possano essere generalizzate per tutti gli strumenti dell’UE di cui possono beneficiare le imprese sociali, né per tutti gli Stati Membri, esse mostrano una tendenza che sembra essere diffusa e significativa. Si evidenzia che le imprese sociali acquistano sempre più importanza, e forti di questa consapevolezza, utilizzano maggiormente gli strumenti europei. Tuttavia questa evoluzione avviene ancora troppo lentamente ed in modo disomogeneo.

La conclusione generale che si può fare è che sicuramente gli sforzi e la volontà politica dell’UE sono visibili. Questo perché le imprese sociali rientrano in una volontà di crescita sostenibile e solidale che garantisca migliori prospettive future per tutti i cittadini. Se è vero che la strada giusta è stata imboccata, è anche vero che questa andrebbe percorsa con maggiore incisività. Non ci si deve accontentare dei primi risultati e si deve continuare con questo percorso. Si devono promuovere delle politiche più specifiche e vincolanti, che stimolino una maggiore collaborazione fra l’UE, gli Stati Membri e le imprese sociali.

Si auspica dunque che anche nel prossimo futuro l’UE continui a promuovere l’economia sociale e così facendo una crescita più sostenibile e solidale.

 

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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