Stato di diritto e assegnazione dei fondi europei
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Stato di diritto e assegnazione dei fondi europei

Stato di diritto e assegnazione dei fondi europei

*pubblichiamo una breve sintesi dei capitoli del libro scritto dai Jo Cox laureates, di prossima pubblicazione per LUISS University Press

di Martina Coli

La cosiddetta “crisi dello Stato di diritto”, ovvero quel processo, attualmente in corso in alcuni Stati membri, di diffuso e crescente diniego dei valori fondanti l’Unione europea enunciati all’art. 2 TUE, ha recentemente messo in evidenza le difficoltà dell’Unione nel tutelare quei valori che sono al centro della sua natura sovranazionale, primo fra tutti lo Stato di diritto. Alla luce dei problemi nell’utilizzo delle procedure già previste dai Trattati, si è reso dunque necessario il ricorso a nuove proposte di enforcement dei valori europei. In questa prospettiva si inserisce anche la proposta di regolamento n. COM(2018)324, attualmente in discussione presso il co-legislatore europeo, con la quale si prevede la possibilità di sospendere i pagamenti e gli impegni a valere sul bilancio UE nei confronti di quegli Stati membri in cui le violazioni generalizzate dello Stato di diritto siano tali da mettere a repentaglio la sana gestione delle finanze europee. 

 

Dopo aver ripercorso i punti salienti della cosiddetta “crisi dello Stato di diritto” a livello europeo, il capitolo analizza la proposta della Commissione, individuandone i principali elementi di novità e criticità. Innanzitutto, sebbene in molti abbiano ritenuto problematica la prospettiva di un collegamento tra la gestione dei finanziamenti europei e il rispetto dello Stato di diritto, si sostiene che questo legame non solo è verosimile, ma si presenta anche in continuità rispetto alla disciplina attuale dei fondi dell’UE. In secondo luogo, sebbene il principio dell’equilibrio istituzionale sia rispettato, un maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo nella procedura volta alla sospensione dei fondi sarebbe auspicabile al fine di aumentare il controllo democratico sull’azione della Commissione. Infine, la proposta della Commissione è complessivamente da valutarsi in modo positivo poiché ha il merito di introdurre il rispetto dei valori nel settore dei fondi europei, tradizionalmente dominato da logiche economico-finanziarie, apportando un duplice beneficio. Da una parte, essa rappresenta una base di partenza per un approccio maggiormente orientato ai valori e alla “sostenibilità” delle politiche europee; dall’altra, contribuisce alla riduzione del divario tra l’azione esterna e interna dell’Unione in tema di tutela dei propri valori. 

Tuttavia, principale criticità della proposta di regolamento resta l’assenza di chiari criteri di definizione dello Stato di diritto. Pertanto, sarebbe auspicabile che, parallelamente all’introduzione di nuove procedure, l’Unione portasse avanti una riflessione sui parametri giuridici di definizione dei propri valori, indispensabile alla corretta individuazione delle relative violazioni. 

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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