Il governo dovrebbe “prime the pump” nel settore privato?
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Il governo dovrebbe “prime the pump” nel settore privato?

Il governo dovrebbe “prime the pump” nel settore privato?

di Caterina Massazza.

Caterina Massazza ha ricevuto la menzione speciale per studi economici al premio Jo Cox Europa 2019. Racconta qui in breve la sua tesi.

Degli Aiuti di Stato – finanziamenti destinati alle imprese – beneficiano unicamente le aziende, oppure esiste un ritorno positivo anche per i cittadini? Data la generale avversione agli interventi governativi nel settore privato, la mia analisi ha indagato se gli Aiuti di Stato possono, indirettamente, migliorare il benessere economico – ovvero il livello di prosperità e gli standard di vita dei cittadini – nei paesi europei.

Per rispondere alla domanda la ricerca analizza l’impatto di tre forme di Aiuti di Stato – sovvenzioni per la produzione, spesa pubblica per la ricerca e sviluppo, crediti di imposta – sul benessere economico, approssimato da consumo pro-capite, livello occupazionale e produttività totale dei fattori. In questo modo è possibile distinguere forme di Aiuti di Stato indipendenti (per riceventi, implementazione e impatto) e diversi aspetti di benessere economico, particolarmente separando tra indicatori a breve e lungo termine.

La relazione tra Aiuti di Stato e benessere economico è studiata tramite metodologie econometriche standard, regressioni OLS (e in seguito regressione quadratiche) utilizzando panel data su 32 paesi europei (UE28 più 4 paesi EFTA) nel ventennio 1995-2016.

I risultati principali avvalorano l’idea che certe forme di interventi governativi possano avere un impatto positivo per la società, in termini di accrescimento del consumo pro-capite e livelli di occupazione; ciò grazie a meccanismi di trasmissione indiretta che permettono alle aziende sia di mantenere prezzi contenuti, sia di creare incentivi per i dipendenti.

Seppure vantaggiosi, la portata degli Aiuti di Stato è comunque limitata: essi sono caratterizzati da ritorni marginali negativi, a prova del fatto che una spesa pubblica eccessiva finirebbe con il danneggiare il benessere economico – forse modificando i meccanismi di mercato libero attivi nell’Unione Europea. L’analisi presenta risultati incerti per quanto riguarda la produttività totale dei fattori, ulteriormente analizzati teoreticamente (tramite discussione del modello di commercio di Melitz) ed empiricamente.

La ricerca individua l’errata assegnazione di risorse verso aziende poco produttive come possibile spiegazione della relazione negative tra spesa pubblica per ricerca e sviluppo e produttività aggregata dei fattori.

In conclusione, certe forme di finanziamenti pubblici al settore privato possono essere benefiche anche per i cittadini, se implementate con un occhio di riguardo: in misura non eccessiva, non a caso e, soprattutto, senza alterare la competizione nel mercato europeo. Aiuti di Stato ben calibrati possono essere un canale alternativo di intervento pubblico, visti i risultati positivi in termini di incremento del consumo pro-capite, stimolo al mercato del lavoro e – con attenzione – promozione dell’aumento di produttività.

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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