Omofobia: cosa ci fa paura?
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Omofobia: cosa ci fa paura?

Omofobia: cosa ci fa paura?

Cristiana Alicata.

Ero omofoba. Lo ero prima di scoprirmi lesbica e mi è capitato di esserlo anche dopo, di dirmi: sì, mi piacciono le donne, ma non sono come loro. Oppure di scrivere una stupidissima lettera ad un giornale chiedendo un Pride in giacca e cravatta.

Oggi vedo il mondo in modo completamente diverso.

Vedo soprattutto la bellezza della libertà. Capisco i meccanismi di comunicazione, so bene che l’omofobia che viviamo è inversamente proporzionale alla normalizzazione (gay educato, vestito bene, che non schecca = ok, possiamo accettarlo) e so che in Italia, anche noi gay e lesbiche, abbiamo favorito quella forma di normalizzazione generando una forma di distacco per tutto ciò che è diverso. Una trans è diversa, inaccettabile. Una checca, è inaccettabile. Una lesbica troppo maschile è inaccettabile. In una certa forma quella normalizzazione è anche classista.

Il gay o la lesbica in carriera, ricco sono accettabili, un pò come il nero ricco, che fa meno paura.

Ecco la lotta all’omotransfobia deve continuare ad essere la lotta per la libertà. E in quella libertà c’è tutto.  Anche la normalizzazione: è normale che una coppia di gay o di lesbiche voglia dei figli (a destra lo trovano blasfemo e ripugnante a sinistra lo trovano una forma di resa al modello patriarcale borghese e lasciateci in pace, lasciateci essere noi stessi senza darci etichette!) .

In quella libertà c’è la gioia delle persone transessuali di essere se stesse fino in fondo. Ci deve essere la gioia di sculettare per un maschio o di tenere i capelli corti e il muso duro di una donna. Ma chi lo ha detto che una ragazza può portare una minigonna e mettersi il rossetto e un maschio no. Ma chi lo ha scritto? E chi lo ha scritto che una donna non può mettersi la cravatta e non per questo non essere felicemente e orgogliosamente femmina? Chi lo ha scritto?

Se avete storto il naso, ricordatevi che le uniche domande che dovete farvi sono: che fastidio vi dà quella diversità? Che corde vi tocca un uomo che sculetta avvolto in un boa rosa o una donna che gioca a calcio e magari ha le ginocchia grosse? Vi toglie cibo di bocca? Vi toglie un tetto dalla testa? Vi fa del male fisicamente? Ecco chiedetevi che corde vi tocca e se oggi, giornata mondiale dell’omotransfobia, vi fermate due minuti a pensare a questo, avete partecipato anche voi a questa giornata che come sempre io dedico ai bozzoli/anatroccoli della nostra comunità.

Ai più giovani che si scoprono gay, lesbiche e trans e che oltre all’omotransfobia del mondo devono affrontare anche la propria e a volte armano la propria mano contro se stessi, a voi dico, come abbiamo scritto in tantissimi qualche anno fa in un bellissimo libro: le cose andranno meglio.

C’è il punto esatto in cui scricchiola tutto e diventate farfalle. O cigni. Questa giornata è vostra, piena di arcobaleno e di colore. Ricordatevi sempre che siamo la minoranza più sorridente, allegra e pacifica che sia mai stata messa al mondo. Siatene orgogliosi.

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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1 comment

  1. I diritti delle minoranze riguardano tutti, soprattutto in un periodo così nero.
    Tornerà il sole, e con esso l’arcobaleno.

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