Centri storici in trasformazione
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Centri storici in trasformazione

Centri storici in trasformazione

Marco Pompilio.

“Downtown is for people”, una pubblicazione di Jane Jacobs appena tradotta ci fornisce alcuni interessanti spunti applicabili anche alle nostre città

“Downtown is for people”, del 1958, è una pubblicazione poco nota di Jane Jacobs, studiosa americana che aveva con grande efficacia puntato l’indice contro l’approccio settoriale e miope proprio della prassi urbanistica di quei tempi. In alternativa propugnava l’esperienza diretta sul campo, nelle strade, per comprendere i meccanismi che regolano gli spazi urbani di successo, più frequentati e amati.  In Italia è nota per il libro scritto nel 1961 e da noi tradotto con il titolo “Vita e morte delle grandi città americane”. Con prosa più diretta, brillante e numerosi interessanti esempi “Downtown for people” anticipa i temi del libro più famoso, ed è ora disponibile anche in Italia, grazie alla traduzione curata da Michela Barzi sul sito della rivista on-line Millennio Urbano (1).Nonostante il tempo passato e il contesto urbano differente il metodo di lavoro proposto è valido ancora oggi, e anche per le realtà urbane nostrane.  I centri storici delle nostre città sono parte essenziale del patrimonio identitario nazionale, e gli stranieri ci invidiano il modo in cui siamo riusciti a preservarli.

La loro conservazione è stata possibile grazie ad attente operazioni di recupero del tessuto edilizio adottate soprattutto negli anni ’80, e grazie anche ai nuovi usi di strade e piazze con l’introduzione di pedonalizzazione e limitazioni del traffico. Gli spazi pubblici ne hanno guadagnato in bellezza e vivibilità, ma queste operazioni hanno anche avuto come conseguenza l’incremento dei valori immobiliari e lo spostamento verso la periferia dei ceti meno abbienti che un tempo li animavano.Pur nell’avvicendamento dei residenti, i centri storici hanno continuato a essere i depositari dei caratteri identitari della città, ospitando allo stesso tempo una vivace mescolanza di attività residenziali, commerciali, terziarie e culturali. Sicurezza e manutenzione degli spazi pubblici sono stati garantiti, oltre che dalle istituzioni municipali, anche attraverso il controllo diretto degli abitanti e dei negozianti. In diversi casi i centri storici sono anche riusciti ad organizzarsi, potenziando e diversificando i servizi, migliorando arredo urbano e caratteri estetici, per combattere la concorrenza dei grandi centri commerciali.Ma negli ultimi anni le cose stanno cambiando, e i segnali si colgono facilmente percorrendo strade e piazze. La crisi economica ha indotto molti studi e uffici a spostarsi verso la periferia. Alla concorrenza dei centri commerciali, sempre più grandi e attraenti non solo nei prezzi ma anche nella diversificazione dei servizi e nell’accessibilità, si è ora aggiunto il commercio on-line, un competitor molto più ostico dei grandi centri commerciali.

Quest’ultimo è anche causa di quella frammentazione delle consegne e conseguente incremento dei veicoli commerciali che minaccia di vanificare gli sforzi regolativi dei municipi per contenere l’inquinamento atmosferico. Sono ancora pochissime le città che hanno intrapreso iniziative per un’efficace logistica urbana delle merci.I negozi tradizionali chiudono lasciando spazi che rimangono per lungo tempo sfitti o che vengono riempiti da attività di intrattenimento e di ristorazione, generalmente a veloce ricambio e basso valore aggiunto. Si stanno diffondendo gli esercizi in franchising, anche questi a rapido ricambio, poco radicati nel tessuto urbano, e poco interessati a impegnarsi in strategie di lungo respiro per il miglioramento degli spazi pubblici. In alcune strade lo shopping diurno si impoverisce, mentre crescono le attività della movida notturna, le quali, se non sono accuratamente regolamentate e controllate dall’amministrazione municipale, portano ulteriore degrado e  sono causa di conflitti con i residenti, che per ritrovare condizioni di tranquillità sono costretti a trasferirsi fuori dal centro.Il tessuto sociale dei centri storici, fatto da residenti, attività commerciali, terziarie e culturali, si sta disgregando, e con esso quell’attività di uso plurimo e presidio che ha animato e garantito vivacità e qualità a strade e piazze.

L’avvicendamento delle funzioni non è fatto eccezionale, transizioni di questo tipo nelle funzioni e negli utilizzatori hanno interessato più volte nel passato i centri storici. Sarebbe utopico e senza senso pensare di tornare indietro. Tuttavia la trasformazione dovrebbe essere guidata definendo nuovi obiettivi per il centro e attivando coerenti azioni e servizi per conseguirli.Spetta alle amministrazioni comunali il compito di assumere questa guida, mettendo assieme tutti gli attori locali, le parti sociali e le associazioni di categoria interessate. Si deve sviluppare una visione ampia, lungimirante, promuovendo un approccio integrato, evitando interventi settoriali o isolati. La forza del centro storico risiede nell’incrocio di tanti interessi, spesso anche conflittuali, che si compongono secondo un equilibrio che è instabile, e che va studiato con attenzione. Ampliare le aree pedonali e spostare le auto fuori dal centro può essere un passo nella direzione giusta, ma a patto che si pensi in anticipo alle nuove funzioni da prevedere negli spazi lasciati liberi dalle auto, e quindi agli interventi e alle azioni per favorirle.

Gli spazi non rimangono inutilizzati a lungo e prima o poi vengono riempiti da nuove funzioni, talvolta inaspettate, che potrebbero anche portare ulteriore degrado invece di contribuire ai miglioramenti auspicati.In un momento in cui il tessuto sociale dei centri storici sta cambiando e bisogna ripensare gli usi degli spazi pubblici, gli approcci settoriali al problema sono da evitare. Ben venga la lettura di questo brillante documento di Jane Jacobs che, anche se ha più di sessanta anni ed è riferito alle città americane, contiene utilissimi spunti da cui partire per affrontare la situazione odierna dei nostri centri storici.
Sul sito di Millennio urbano sono disponibili la pubblicazione e una nota biografica su Jane Jacobs http://www.millenniourbano.it/jane-jacobs-il-centro-citta-e-per-la-gente-capitolo-i/ 

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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