Riforma dell’INPS. Trasformiamola in una occasione per i giovani
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Riforma dell’INPS. Trasformiamola in una occasione per i giovani

Riforma dell’INPS. Trasformiamola in una occasione per i giovani

di Irene Tinagli.

Da molto tempo ormai la Commissione Lavoro discute della Riforma della governance dell’INPS – sulla quale esistono tre proposte di legge – ed un apposito comitato ristretto ha unificato le tre proposte in un unico testo presentato martedì scorso in commissione.

Il testo risponde ad una diffusa esigenza di superare la riorganizzazione del 2010 che aveva eliminato il consiglio di amministrazione accentrando ogni sua funzione nelle mani del Presidente, nonchè di definire meglio le competenze tra i vari organi dell’ente e ridurre quindi le potenziali conflittualità interne.

E’ un tema molto tecnico, trascurato dai media e anche dalla maggior parte dei parlamentari, ma molto importante perchè l’INPS gestisce la porzione più grande della spesa pubblica, quella per previdenza e assistenza, ed un suo corretto funzionamento è quindi fondamentale per lo Stato e i cittadini.

Pur condividendo lo spirito e le motivazioni della Riforma credo che il testo abbia alcune importanti criticità e provo a riassumerne in parole molto semplici le due principali:

  1. La prima è una eccessiva “esautorazione” di ogni potere del Presidente, che diventa mero organo di rappresentanza. Capisco l’esigenza di superare la Presidenza come organo monocratico, ma affiancare al Presidente ben quattro consiglieri di amministrazione (anzichè due come avviene in altri enti pubblici) per di più tutti full time come se fossero altrettanti presidenti (con relative prerogative ed emolumenti) significa di fatto preparare l’INPS ad una forte lottizzazione politica e probabile conflittualità.
  2. La seconda riguarda il ruolo e la composizione del Consiglio di Strategia e Vigilanza (ex “Consiglio di indirizzo e vigilanza”): si prevede infatti che tale organo sia composto interamente da sindacati e associazioni datoriali (come Confindustria) e che i sindacati dei lavoratori dipendenti siano in numero magigoritario ed esprimano sempre il Presidente del Consiglio stesso. Si attribuiscono inoltre a tale organo non solo funzioni di indirizzo strategico e di vigilanza, ma anche di vera e propria gestione. Di fatto si attribuiscono ai sindacati poteri di gestione nell’amministrazione dell’INPS, interferendo con il ruolo del Presidente e del Consiglio di Amministrazione e credo che questo possa essere fonte di numerose problematiche fino alla possibile paralisi dell’Ente.

Curiosamente su questa riforma sono tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, e neppure i Cinque Stelle, che a parole amano attaccare sindacati, hanno battuto ciglio di fronte ad un testo che di fatto mette nelle mani dei sindacati la gestione dell’INPS. Secondo un articolo de La Stampa di oggi il motivo di tanta armonia è un diffuso desiderio bipartisan di cacciare il Presidente dell’INPS Tito Boeri. Per quel che mi riguarda le riforme non si fanno nè “ad” nè “contra” personam, si fanno per far funzionare le cose, e questo testo rischia di creare grossi problemi nella futura gestione INPS. Sono stata l’unico membro della Commissione ad intervenire nel dibattito di Commissione martedì scorso per evidenziare le criticità del testo. Ed ho presentato alcuni emendamenti per correggerlo, per esempio restituendo al Presidente alcune importanti funzioni, prevedendo inoltre che i membri del Consiglio di Amministrazione non siano full time come il Presidente per evitare di avere cinque pseudo-presidenti che potrebbero entrare in conflitto tra loro e che di fatto,  essendo tutti nominati dal Governo, finirebbero per dar  vita ad una vera e propria lottizzazione dell’ente, prevedendo inoltre l’assenza di emolumenti per i membri del consiglio di stretegia e vigilanza, ma, soprattutto, prevedendo che la composizione del consiglio di strategia e vigilanza includa obbligatoriamente anche due rappresentanti dei lavoratori autonomi e dei professionisti non ordinisti e due rappresentanti degli studenti e dottorandi.

E’ inutile lamentarsi che le politiche previdenziali e di welfare penalizzano sempre i giovani se poi escludiamo i giovani dai luoghi in cui si prendono decisioni importanti che riguardano il loro futuro. So che questo emendamento verrà considerato un’eresia, ma credo che sia importante cominciare a porre questo tema all’ordine del giorno. E magari può essere un modo per trasformare un testo che suona “contro” qualcuno, in una occasione a favore dei giovani.

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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