Io mi sento italiano. Profili e storie della “seconda generazione”. Anja Palm
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Io mi sento italiano. Profili e storie della “seconda generazione”. Anja Palm

Io mi sento italiano. Profili e storie della “seconda generazione”. Anja Palm

di Anja Palm.

iMille sostengono l’approvazione dello Ius Soli e pubblicheranno da oggi storie e testimonianze sul tema.

Anja Palm, nata a Roma nel 1991 da genitori tedeschi, a 18 anni acquisisce la nazionalità italiana. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna, oggi lavora per l’Istituto Affari Internazionali di Roma, dove si occupa di politica estera europea.

Da dove viene la tua famiglia e in quale paese ti senti più a casa?

I miei genitori, entrambi di Berlino, si sono trasferiti in Italia nel 1981. 10 anni dopo sono nata a Roma, a due passi da dove vivo anche oggi.

Mi sento fortunata ad essere cresciuta a cavallo fra due culture, sebbene crescere e sviluppare il mio interesse verso la  giustizia e la politica mi abbia fatto sentire sempre più italiana. Da questi interessi è nato il mio desiderio e il bisogno di studiare Giurisprudenza e di impegnarmi quotidianamente nel dare un mio contributo verso una società maggiormente aperta e giusta.

La mia prima casa è Roma, ma negli ultimi anni per motivi di studio e di lavoro ho vissuto in molte città europee, trovando un angolo di casa in ciascuna di esse. Oggi sono felice di essere tornata a vivere a nella mia città natale di cui mi mancava il calore del sole e delle persone.

Cosa ha significato per te acquisire la cittadinanza italiana?

Per me è stato il giusto riconoscimento di un fatto da tempo assodato. Ero italiana già prima di acquisire la cittadinanza, eppure tale formale riconoscimento mi ha dato la possibilità di poterlo ribadire con un documento in mano. Era il giusto riscatto per quelle situazioni in cui sentivo che non essere italiana significava avere uno status inferiore: le file lunghissime al centro per l’immigrazione per il rinnovo del permesso di soggiorno quando ero piccola, l’uso della parola straniera come insulto.

Oltre alla questione dell’appartenenza, avere la cittadinanza italiana per me significa anche poter votare e partecipare attivamente alla vita politica italiana. In ultimo, mi consente di avere accesso ai bandi nazionali e ai posti riservati all’Italia in ambito internazionale, dandomi la possibilità di lavorare per il paese che sento più ‘mio’.

 

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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